Nel mese di giugno, il cantiere della Nuova Torleone a Bologna ha aperto le porte alla stampa locale interessata a conoscere da vicino gli sviluppi dei lavori dell’ex edificio dell’Istituto Zoni che, a partire dall’anno accademico 2026/2027, diventerà la casa della residenza bolognese di Fondazione Rui. I giornalisti presenti hanno potuto constatare dal vivo lo stato avanzamento lavori non solo della struttura ma anche del cantiere-scuola della Chiesa dell’Incoronata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il progetto edilizio partito a inizio di quest’anno, infatti, prevede la restituzione alla città, nel suo centro universitario, non solo di quello che un tempo era lo Zoni ma anche della storica chiesa del Quattrocento dal grande valore artistico e culturale. In questa occasione c’è stata anche l’opportunità di incontrare gli attori protagonisti di questo grande piano di riqualificazione da cui trarranno vantaggio oltre 40 studenti fuorisede.
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Giuseppe Ghini, Presidente di Fondazione Rui, ha parlato del progetto formativo personalizzato che verrà proposto: “Noi parliamo di persona e non parliamo mai di individui. Alla base del concetto di persona c’è la sua identità relazionale. Vogliamo sottolineare la naturale relazionalità degli studenti, dei residenti. La nostra comunità educante è intergenerazionale: offriamo una comunità di senso, in cui nessuno vive da solo. Non offriamo un albergo ma offriamo una casa”.
Ricordando gli anni universitari vissuti frequentando la Torleone, Paolo Biavati, professore emerito di Diritto Processuale Civile all’Università di Bologna, ha detto: “Torleone è sempre un luogo di scambio di idee e di confronto: il senso è poter dialogare con delle persone che hanno avuto esperienze alle spalle“.
L’avvocato Francesco Bacchi, consigliere d’amministrazione dell’ex Istituto Zoni, si è detto soddisfatto del passaggio di consegne: “L’Istituto Zoni aveva un plus: la cura della formazione umana dei residenti. Questa è la stessa finalità che la Fondazione Rui“.
Infine Romana Buttafuoco, professoressa di Restauro Dipinti presso l’Accademia di Belle Arti, ha sottolineato la centralità del lavoro del cantiere didattico e delle opere su cui si lavora: “I beni culturali diventano un mezzo di conoscenza. Conoscere per conservare e conservare per preservare. Un’eredità che lasceremo ai residenti che verranno“.

Redazione
Il Team comunicazione di Fondazione Rui, in stretta collaborazione con Residenti e Alumni da tutti i Collegi, vi aggiorna periodicamente sulle principali novità